Diocesi

Storia della Diocesi
La Chiesa piazzese è stata eretta con la bolla pontificia “Romanus Pontifex, 3 luglio 1817, da papa Pio VII. La richiesta di fondazione fu inoltrata nel 1805 dal re Ferdinando IV a Pio VII. Il pontefice accolse la supplica del re e con decreto del 29 gennaio 1807, Ad Felix animarum regimen, elesse l’arcivescovo di Palermo, Mormile, come delegato apostolico per esaminare la supplica del re. Il delegato apostolico, nello scrivere al vescovo di Catania, al senato della città e al capitolo della cattedrale di Catania, dal cui territorio doveva essere smembrata la nuova diocesi, si era anche rivolto ai capitoli delle collegiate esistenti nella erigenda diocesi, ai parroci e ai municipi, comunicando l’Istruzione della Sacra Congregazione concistoriale ed inviando un lungo elenco di quesiti per l’aspirante diocesi. Nel frattempo il re esprimeva, non solo il suo gradimento, ma faceva porre una lapide all’ingresso della città di Piazza, con la quale rendeva grazie per l’ospitalità ricevuta nella città e registrava l’assoluto desiderio della popolazione piazzese, in attesa della bolla pontificia di vedere la propria città sede vescovile. Nel contempo, con atto notarile rogato dal notaio Parisi nel 1808, il senato di Piazza e i nobili del luogo dotavano il novello vescovo con un assegno annuo di 3.600 scudi e con pari somma il seminario. Inoltre assegnavano al vescovo il palazzo della chiesa madre, detto vescovado, adiacente alla chiesa, usato prima dai vescovi di Catania nel corso delle visite pastorali. Malgrado le forti opposizioni messe in atto da Catania, che non desiderava lo smembramento, e da Enna, che desiderava per sé la sede vescovile, Piazza Armerina ottenne l’appoggio dei comuni. Il 27 marzo 1817 Piazza ottenne, dopo un lungo e contrastato cammino, il suo vescovado.

La redazione della bolla pontificia richiese alcuni mesi e il 3 luglio 1817 fu emanata da Pio VII con il titolo Romanus Pontifex. La bolla presentava un inno e un elogio alla città, descrivendone inoltre la nuova cattedrale, la dote del vescovado e del seminario. Il piazzese Filippo Maria Trigona, vescovo di Siracusa, fu delegato di curarne l’esecuzione. Il 20 febbraio del 1818 ottenne il regio exequatur e il 17 marzo entrò in vigore.

Al momento della fondazione la diocesi di Piazza comprendeva i comuni di Piazza, Aidone, Assoro, Barrafranca, Valguarnera, Enna, San Filippo d’Agira, Mirabella Imbaccari, Raddusa, Leonforte, Nissoria, Pietraperzia e Villarosa, smembrati dalla diocesi di Catania. La nascente diocesi era suffraganea dell’arcidiocesi di Monreale. In seguito alla ristrutturazione di altre diocesi siciliane, il 20 maggio 1844, Piazza perse i comuni di Assoro, San Filippo d’Agira, Leonforte e Nissoria, assegnati alla nuova diocesi di Nicosia, Mirabella Imbaccari e Raddusa, alla diocesi di Caltagirone, per ricevere in cambio i comuni di Butera, Mazzarino, Niscemi, Riesi e Gela. Piazza è stata suffraganea di Siracusa fino all’anno 2000, anno in cui lo è diventata di Agrigento, eretta a sede metropolitana.

Tra le diocesi siciliane la Chiesa piazzese è tuttora la seconda per estensione geografica e quinta per abitanti. A nord confina con le diocesi di Nicosia e Cefalù, ad est con le diocesi di Caltagirone e Ragusa, ad ovest con le diocesi di Caltanissetta ed Agrigento.

Maria SS. delle Vittorie ne è la patrona principale, festeggiata con grande partecipazione di fedeli provenienti il 15 agosto. Patrono secondario è San Gaetano.

La diocesi oggi
La diocesi, estesa da Enna a Gela, vive anche particolari momenti devozionali carichi di profondo sensus fidei che si manifesta soprattutto nelle tradizioni pasquali. Le confraternite, presenti nell’entroterra della diocesi, hanno dato luogo lungo i secoli a grandi momenti aggregativi. Da ricordare la settimana santa a Enna, per la partecipazione della città nelle confraternite. In quasi tutti i centri della diocesi il perno della settimana di passione è il venerdì santo. La religiosità popolare di tradizione spagnola si incrocia con le aggregazioni laicali e promuove opere di pietà e carità.

Alle tradizioni pasquali vanno associate alcune confraternite di Enna, Mazzarino e Pietraperzia risalenti al 1600. Le confraternite hanno assunto un ruolo popolare, testimoniando quella fede comune che per tanti aspetti si è imposta nel tessuto sociale cristiano.

Diversi santuari, centri di devozione e di religiosità popolare sono meta di pellegrinaggi di numerosi fedeli, magari a piedi scalzi, provenienti da altri paesi e da altre diocesi. Particolare menzione meritano i santuari eretti canonicamente quali: San Filippo Apostolo di Aidone, San Rocco di Butera,  Maria Ss.ma della Catena di Riesi e Maria SS.ma delle Vittorie di Piazza Armerina, Santa Maria del Mazzaro a Mazzarino. Tra quelli non eretti, ma meta in egual misura se non maggiore, vanno ricordati: la chiesa dei cappuccini di Gela per la Madonna delle Grazie, sempre a Gela la devozione alla patrona Maria SS. d’Alemanna, a Enna la Madonna della Visitazione e a Mazzarino la festa del SS.mo Crocifisso dell’Olmo che si celebra la prima domenica di maggio.

In diocesi sono presenti alcuni istituti di vita consacrata: i conventuali ad Enna, i cappuccini a Gela, i frati minori francescani a Enna,  i salesiani a Gela e a Riesi dove, per una consistente presenza dei valdesi, furono loro affidate da Pio XII su richiesta del vescovo Mario Sturzo, tutte le parrocchie: oggi sono in quattro parrocchie su cinque.

Fra le congregazioni femminili ad Enna ci sono le clarisse francescane missionarie,  le monfortane; a Gela sono presenti le suore ancelle missionarie di Cristo Re,  e le Figlie di Maria ausiliatrice che hanno anche degli istituti a Mazzarino e a Pietraperzia. A Piazza Armerina, e a Valguarnera sono presenti le suore serve dei poveri del Boccone del povero; a Piazza Armerina e a Niscemi sono presenti le suore della Sacra Famiglia di Spoleto. Esistono vari istituti secolari. Recentemente è stato istituito anche l’Ordo Virginum.