Il Papa viene per scuotere le coscienze

Pubblichiamo un estratto dell’intervista a mons. Gisana, vescovo di Piazza Armerina, che l’agenzia Sir ha realizzato in occasione della visita di Papa Francesco.

Il Papa ha scelto di iniziare il suo viaggio in Sicilia da Piazza Armerina. Perché secondo lei? C’è un compito particolare che vuole affidarvi?
La scelta s’iscrive nella prospettiva primigenia che Papa Francesco ha dato al suo pontificato. Non bisogna infatti dimenticare quello che egli raccomanda nell’Esortazione apostolica, Evangelii gaudiumal n. 46: «La Chiesa “in uscita” è una Chiesa con le porte aperte. Uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una direzione e senza senso. Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l’ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada»…L’attenzione di Papa Francesco è già in sé stessa motivo di conversione per tutti noi. È da qui che bisogna cambiare: dal rinnovamento delle nostre relazioni, imparando ad essere più attenti, proprio come il Papa, alle periferie delle esistenze. Il monito, che ci sopraggiunge, si lega propriamente a questa misura alta del vangelo, secondo cui quello che conta nella vita cristiana è l’attenzione ai piccoli del Regno di Dio. Sulle orme di Papa Francesco siamo pertanto invitati non soltanto a servire i poveri, facendo di questo servizio un precipuo impegno di testimonianza, ma anche a saper commisurare il cammino di fede con quanti faticano nell’incontrare il Signore. È questo l’insegnamento che continua a sorprenderci, nel contemplare come Dio sia di fatto nostro compagno di viaggio.

Quale “fotografia” della sua diocesi scatterà di fronte al Santo Padre?
La diocesi di Piazza Armerina vive le contraddizioni che sono tipiche del meridione; ma quello che emerge con maggiore enfasi è un paradosso: il territorio si presenta ricco di risorse a diversi livelli, ma sottoposto ad un misterioso freno che non permette il coagulo delle iniziative, le quali, pur inaugurando splendidi inizi, tendono repentinamente ad abortire. Èfacile, in questi casi, attribuire la responsabilità ora a quanti hanno il compito di un buon governo, ora a coloro che, per motivi di mafia, agiscono con tornaconto personale, ora alla moltitudine di gente che, oppressa dalla disperazione, vive nella rassegnazione e acquiescenza. Si auspica che la visita del Papa possa scuotere gli animi della gente, al punto da avviare concrete scelte di cambiamento, in particolare di quel cambiamento che riguarda il proprio stile di vita. L’urgenza sta proprio qui: nell’accogliere docilmente quanto Papa Francesco dirà, facendolo programma di vita per un serio cambiamento di mentalità. Quello che occorre infatti è accettare di rieducarsi al senso civico e quindi al senso di relazioni genuine e aperte, superando quell’atteggiamento di sfiducia e sospetto che caratterizza il modo di vivere ordinario.

 L’intervista completa si può leggere su agensir.it